giovedì, novembre 23, 2006

La febbre (malarica) del sabato sera

Sabato sera dedicato a musica e danze!
Con una nostra conoscenza, una fisioterapista torinese che lavora qui da due anni, siamo andati ad un locale con musica tradizionale,
dove si aveva appuntamento tutto un gruppone di farengi (stranieri), composto in buona parte da medici italiani, venuti per un'intensa esperienza di due settimane al lebbrosario vicino all'aereoporto.

Avremmo avuto i farengi di Macalle' quasi al completo se ci fossero stati i dermatologi italiani che lavorano all'ospedale, ma, beati loro, erano in gita in Dancalia.

Il grande locale di legno era gremito di tavolini affollati di gente, tutti venuti per ascoltare musica tigrigna dal vivo e per ballare.

Anche noi farengi, con grande divertimento degli altri avventori, ci siamo cimentati nelle danze!

La danza tigrina prevede di muovere solo le spalle e il collo,
facendo "spallucce" a ritmo di musica, con tutte le varianti possibili:
una alla volta, insieme, portandole avanti, muovendo il collo tipo tacchino...
Il bacino si tiene fermo, con le mani appoggiate sotto le anche, al massimo si puo' fare qualche passetto sollevando la gamba o girando in circolo con gli altri.
C'e' moltissimo contatto fisico, anche perche' i posti per ballare sono stretti e tutti, indipendentemente dall'eta', buttano nella mischia.
A vedere i bravi ballerini ci si chiede se gli abbiano disarticolato le spalle da piccoli... la fisioterapista conferma che i piu' accaniti riportano problemi alle vertebre.

Tuttavia in piccole dosi e' decisamente un buon esercizio per la schiena, anche se molto faticoso senza averne l'abitudine... inoltre e' praticamente impossibile non perdere il ritmo: una buona canzone tigrigna dura tra i 15 e 20 minuti.

La musica tigrina e' ritmata ossessivamente dalla batteria e rispecchia la durezza gutturale della lingua. All'inizio e' anche abbastanza difficile riconoscere una musica dall'altra ("ma questa non l'avevano gia' suonata?" era una domana ricorrente tra noi farengi).

La musica amarica invece e' meno ossessiva e i suoni sono piu' dolci. Sto cercando di imparare a riconoscere la differenza, chiedendo al nostro driver quando mette le cassette in macchina (per ora si fa matte risate dato che ci piglio poco!)

L'unico difetto della musica locale e' che vale il principio "volume" = "buona musica".
In confronto i nostri frequentatori di rave che ondeggiano davanti alle mega casse sono dei pivelli.

Qui se non ti sanguinano le orecchie, il locale e' di qualita' mediocre... e ovviamente il locale dove siamo andati era di ottima qualita' =)
Un saggio indiano, collega dell'amica fisioterapista, si era portato appositi tappi.

Storditi ben benino dalla musica e stupiti dalle spalle slogate dei ballerini,
abbiamo dato una svolta alla serata.
I piu' tranquilli sono andati a casa, mentre un gruppo di irriducibili, imbarcato sul pulmino della fisioterapista e sul pick up della croce rossa, si e' diretto in discoteca!
Il Love One!
Pista quadrata anni 80, circondata da tavolini e divanetti.
Sembrava di stare in un film di John Travolta.

All'inizio eravamo solo noi farengi: la piu' parte, qualche etiope dello staff dei medici, un paio di americane, una irlandese e un indiano.
Il dj ci ha omaggiato con reggae (andrebbe poi raccontata la cosa dei rastafari... la bandiera jamaicana e' quella etiope in origine!) e con qualche "evergreen" internazionale.

Piano piano la discoteca si e' riempita di avventori locali e la musica e' virata sul rap americano (sob) e su hit mondiali (Shakira, Madonna o chi per loro).

I frequentatori mediamente mi hanno dato l'impressione di essere rampolli di famiglie benestanti del luogo, sia ragazzi che ragazze (c'era pure una coppia di sposi con gli amici).

Diversa invece era stata l'impressione ad un pub, qualche settimana prima, dove le uniche 4-5 ragazze presenti mi avevano dato l'idea di essere in cerca di occasioni per sbarcare il lunario.

Alla serata in discoteca ha fatto seguito un'alzataccia alle 7.30 del mattino,
per andare a vedere le belle cascate di Debri, ma questa e' un'altra storia.

Le cascate di Debri, un ridente villaggio vicino a Macalle'

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