sabato, luglio 01, 2006

Caretta Caretta

Mentre cogito sul pranzo accendo la tv;
appare una visione lontana

una tartaruga disegnata sul muro
e poi la fila di vasche blu
e la bianca costruzione, spogliatoi riciclati di un campo da calcetto abbandonato,
a 100 metri dalla pozzolana di ponente.

Il centro tartarughe del CTS a Linosa.
L'estate 1998. Leo, Lorenzo ed io,
8 ragazzi da tutta italia, un po' per caso un po' per esplorazione,
il nostro mitico capo campo

Le granite di mandorle al bar del molo.
La pasta col pescespada regalato dai pescatori.
La roccia scura e i riflessi del mare.

I lamenti delle berte al tramonto.
L'altoparlante della chiesa. La scampanata delle 18.30 e le notizie del parroco: "Questa sera al molo saranno liberate le tartarughe! venite numerosi"
I pigri pomeriggi in spiaggia a sorvegliare i nidi.

La tartamobile: una panda-van, dove trasportavamo le bestie ferite dagli ami, recuperate dai pescatori che all'alba rientravano in porto.
Quella tartamobile dove ci siamo stipati in 11, svegliati nella notte dal grido: "La mareggiata minaccia i nidi! Dobbiamo correre a costruire argini!"
3 minuti per svegliarsi e partire...i visi assonnati e ardenti, pronti alla lotta contro il mare, armati di pale e k-way...
Flash... fotografati per immortalare lo scherzone di Lorenzo e del capo campo.

Le cose che ho imparato, raccontate ai turisti con pedagogica passione.
Le nuotate con le tartarughe liberate, i pesci, la pozzolana di levante, l'ascesa a monte vulcano, le piscine naturali tra le rocce, il giro in canoa con gli squaletti, le passeggiate al tramonto.

Da dentro sale un sorriso pensando a quello scoglio, 400 abitanti e 800 turisti, vissuto in un caldo luglio.
Un'estate lontana, densa e bellissima.
Caretta Caretta