venerdì, ottobre 27, 2006

I primi appunti del nuovo viaggio.

Come in ogni viaggio sono immersa in un turbinio di sensazioni
e gli eventi scorrono incessanti, facendo sembrare lontanissima Roma e
il tran tran quotidiano.

Subito una impressione dominante, qui tutto sembra piu' concreto.
Ne parlavo con una insegnate italiana martedi' sera,
a cena al Club Juventus, il ritrovo degli italiani di Addis Abeba.

Gli scorsi tre giorni, densissimi, sembrano gia' eventi remoti nella mia
memoria.

Cerchero' di riassumerli brevemente ticchettando sui tasti del portatile
che ho in uso per il progetto (tastiera americana, missero' qualche
accento!).

Siam partiti da Fiumicino alla mezzanotte tra lunedi' 23 e martedi' 24.
Ethiopian Airlines. La capo hostess che ci ha accolto era elegantissima,
drappeggiata nella stola tradizionale, che molte donne indossano
abitualmente.

Il volo e' stato tranquillo, a parte la malsana idea di servire uno
spezzatino con i peperoni all'1.30 di notte (m'ero quasi addormentata!),
non portando invece la colazione.
Siamo arrivati alle 7 (ora italiana +1) secondo la convenzione europea..
e' una faccenda un po' complessa ma la spieghero' in futuro!
Via in ambasciata a sbrigare alcune formalita' per il progetto e poi a
prendere la macchina di Michele...
uno dei miei colleghi qui... prima o poi raccontero' di loro =)

Percorsi pochi chilometri sul suo spensierato maggiolone azzurro (fermo
da mesi a casa di un suo amico), abbiamo provato l'ebrezza di restare
senza benza per le trafficati (ma socievoli) vie di Addis.

Risolto il problema siamo arrivati al museo (per vedere Lucy!)
consumando le ultime stille d'olio =)

A parte Lucy e un po' di teschi, il museo di Addis Abeba offre una bella
panoramica sullo stile di vita e artigianato di una regione che, oltre
ad essere culla della razza umana, a lungo fu un grande impero, in grado
di tenere a bada le invasioni mussulmane dal nord (tutt'oggi la
maggiorparte della popolazione e' cristiana copta, anche se i mussulmani
sono in forte crescita)

La giornata si e' chiusa con una cenetta, organizzata da Michele (il
collega della macchina, ha vissuto 10 mesi ad Addis Abeba e conosce un
sacco di gente) al club italiano: il Club Juventus, che di juventino ha
solo un timido scudetto sulla porta, perche' dalla sede della Juve hanno
fatto sapere che non gli interessava averli come fan club ufficiale...
Il club e' ospitato in uno dei pochi edifici italiani rimasti (dicono
che ci sono, ma non ne ho visti altri).
Una tavolata mista di italiani espatriati, incredibili per la loro
diversita' e per quella curiosa empatia che avvicina tra loro gli
stranieri in terra straniera.

Crollati a letto verso le 11, ci siamo alzati alle 4 per prendere
l'aereo per Makalle...
ma questo il prox post, anche perche' sto crollando dal sonno =)
(almeno crollavo quando l'ho scritto!)

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